Letture consigliate

Silent Hill f: il ritorno dell’horror psicologico trova nuova vita in Giappone

Silent Hill f
(Immagine:: Konami)

Annunciato durante lo State of Play del 4 giugno 2025, Silent Hill f ha finalmente svelato al pubblico un nuovo trailer insieme a informazioni chiave sul gioco, tra cui la data di uscita fissata per il 25 settembre 2025, e le piattaforme di destinazione (PC, PlayStation 5 e Xbox Series X/S).

Si tratta del primo capitolo principale della serie dopo oltre un decennio, nonché del primo progetto inedito dalla pubblicazione del remake di Silent Hill 2 lo scorso anno. Protagonista della vicenda è Shimizu Hinako, una studentessa liceale che vive nel remoto villaggio di Ebisugaoka, in Giappone, la cui quotidianità viene stravolta da una misteriosa nebbia che avvolge l’intera cittadina.

Mentre la nebbia cala e il silenzio avvolge le strade, il suo mondo si trasforma in un incubo: Hinako dovrà esplorare i vicoli tortuosi del paese, risolvere enigmi complessi e affrontare mostruosità grottesche per riuscire a sopravvivere.

Nel nuovo trailer mostrato allo State of Play vediamo proprio alcuni scorci di questo inferno personale: la protagonista braccata da creature orrende che si aggirano nella nebbia, costretta a fuggire e a combattere utilizzando armi di fortuna come un classico tubo di metallo recuperato per strada.

In un’altra scena particolarmente disturbante, Hinako si ritrova circondata da manichini con le sue stesse fattezze che all’improvviso prendono vita per attaccarla, un’immagine che suggerisce fin da subito il tono angosciante e simbolico dell’avventura. Al termine del filmato, dopo momenti di alta tensione, appare la rivelazione tanto attesa: Silent Hill f debutterà in contemporanea mondiale il 25 settembre 2025 su PC e console current-gen.

Silent Hill f

(Image credit: Konami)

Un Silent Hill inedito nel Giappone anni ’60

Silent Hill f è ambientato nel Giappone rurale dei tardi anni ’60, un contesto storico e geografico inusuale per la serie che contribuisce in modo significativo all’atmosfera, all’estetica e alle tematiche del gioco. Si tratta di un’epoca di transizione: il Giappone del dopoguerra stava vivendo un rapido boom economico e la modernizzazione avanzava, ma nei piccoli villaggi rurali persistevano tradizioni antiche, superstizioni e uno stile di vita legato al passato. Questa dicotomia passato vs. presente permea l’ambientazione di Silent Hill f, creando un terreno fertile per un horror carico di nostalgia e inquietudine. Gli sviluppatori hanno puntato a un’autentica rappresentazione degli anni ’60: il villaggio immaginario di Ebisugaoka viene riprodotto con dettagli realistici - dall’architettura tradizionale avvolta nella nebbia fino agli oggetti quotidiani dell’epoca - per poi essere sconvolto da elementi sovrannaturali.

La tranquilla routine di questa comunità isolata viene stravolta quando una fitta nebbia cala sul paese e lo trasforma in un incubo vivente, con strade deserte e luoghi familiari che assumono connotati spettrali.

Questa nebbia impenetrabile, marchio di fabbrica della serie Silent Hill, acquisisce qui sfumature nuove nel contesto giapponese: richiama alla mente le atmosfere dei kaidan (i classici racconti di fantasmi giapponesi) e le leggende locali, dove villaggi tranquilli nascondono maledizioni secolari.

L’uso di un setting giapponese anni ’60 avvicina Silent Hill f alla tradizione del folk horror nipponico, affiancandolo idealmente a opere letterarie e cinematografiche ambientate in epoche analoghe. Ad esempio, nel film Onibaba (1964) di Kaneto Shindō – ambientato in un Giappone medievale ma realizzato negli anni ’60 – la vita rurale e i paesaggi di campagna diventano palcoscenico di un orrore viscerale, con maschere demoniache e rancori nascosti tra le canne palustri.

Analogamente, Kwaidan (1965) di Masaki Kobayashi adotta storie di fantasmi tradizionali (tratte dai racconti di Lafcadio Hearn) ambientate in villaggi remoti, mettendo in scena un horror elegante e pittorico: costumi d’epoca, maschere e scenografie dipinte a mano creano una bellezza visiva che rende ancor più inquietanti le apparizioni soprannaturali. Silent Hill f sembra seguire questa scia, cercando la “bellezza nel terrore” come dichiarato dal team di sviluppo.

L’ambientazione storica permette infatti di intrecciare elementi di fascino estetico tipicamente giapponese (templi shinto, festival locali, costumi scolastici d’epoca) con l’orrore psicologico e visivo: un contrasto che amplifica il senso di straniamento nel giocatore.

I richiami alla cultura giapponese non sono solo scenografici, ma tematici. Il gioco introduce simboli e miti locali riletti in chiave disturbante. Un elemento ricorrente sono i fiori rossi di lycoris (noti anche come gigli ragno rossi o Higanbana): nel trailer essi appaiono ovunque, Hinako inginocchiata tra questi fiori, corpi da cui germogliano petali, e infine i fiori che affiorano dal suo stesso corpo.

Nella cultura giapponese i gigli ragno rossi sono tradizionalmente associati alla morte, all’aldilà e all’addio definitivo (spesso vengono piantati vicino alle tombe), fungevano da amuleto per guidare le anime nell’oltretomba. In Silent Hill f questi fiori diventano un motivo visivo centrale e un vettore dell’orrore: non solo simboli funerei, ma una sorta di “infezione” sovrannaturale che consuma vivi e cose, come suggerisce la scena in cui la pelle di Hinako si sfoglia in petali, segno che il male floreale l’ha ormai contagiata.

È un esempio lampante di come il gioco trasforma un elemento di bellezza naturale in qualcosa di orrifico, incarnando il concetto di terribile bellezza dichiarato dai creatori. Un parallelismo cinematografico può essere fatto con il film giapponese Matango (1963), dove un fungo apparentemente innocuo si rivela un parassita mortale che consuma gli esseri umani: allo stesso modo, in Silent Hill f la natura (i fiori) diventa veicolo del terrore in un contesto isolato.

Silent Hill f

(Image credit: Silent Hill f)

Altri riferimenti culturali

Altri riferimenti culturali presenti nell’ambientazione includono le maschere rituali e i manichini/spaventapasseri, che affondano le radici nel folklore e nel teatro giapponese. Nei trailer compaiono fugacemente delle donne che indossano maschere Noh durante un misterioso rituale, subito prima di una scena in cui il volto di Hinako si stacca come fosse esso stesso una maschera.

Le maschere Noh appartengono al teatro classico giapponese e simboleggiano identità celate, ruoli assunti e sentimenti inespressi: nella performance teatrale, l’attore che indossa la maschera incarna un personaggio altro da sé, esplorando tematiche di doppia identità e inganno. Vederle integrate nell’immaginario di Silent Hill f suggerisce che anche nel gioco il tema dell’identità frammentata sarà centrale, un filo conduttore tipico della serie Silent Hill, qui declinato attraverso la cultura giapponese. Come osserva un’analisi, “le maschere Noh riguardano identità, inganno, apparenza, ci si chiede quale ruolo stia interpretando Hinako, se sia davvero chi crede di essere”.

Questo spunto richiama un classico trope dell’horror psicologico giapponese: la confusione tra realtà e rappresentazione, persona e maschera, usato magistralmente in racconti come Il doppio sogno di Edogawa Rampo o in film come Onibaba (dove la maschera demoniaca finisce per attaccarsi al volto della protagonista, rivelando la sua vera natura). Anche i kakashi (spaventapasseri) fanno capolino: una scena dei trailer mostra un campo di figure ferme, simili a spaventapasseri umani, legate a pali di legno e disposte in modo inquietante.

Nel contesto rurale giapponese, lo spaventapasseri è un simbolo di guardiano dei campi, ma qui diventa un elemento macabro - forse parte di un enigma - che potrebbe alludere a rituali agrari o a credenze secondo cui i manichini possano prendere vita. Il produttore Motoi Okamoto ha confermato che enigmi ispirati alla cultura locale (come quello degli scarecrows) sono integrati nel gioco, sottolineando che i puzzle stessi incarnano angosce psicologiche legate alla storia.

In sostanza, l’ambientazione anni ’60 consente al gioco di attingere a un ricco immaginario folkloristico e storico: i giocatori potranno esplorare luoghi iconici della provincia giapponese (un santuario shinto immerso nei boschi, vecchie case in legno, aule scolastiche dell’epoca Showa) rivisitati però in chiave horror. Questo approccio ricorda opere moderne come la visual novel Higurashi no Naku Koro ni (2002) di Ryukishi07 stesso, dove un remoto villaggio degli anni ’80 nasconde orrori indicibili dietro la facciata delle feste tradizionali – oppure il videogioco Siren (2003), ideato da ex-sviluppatori di Silent Hill, che fu un primo esperimento di horror giapponese ambientato in un’oscura comunità rurale. Silent Hill f segue quella tradizione, ma con la forza aggiunta del marchio Silent Hill e la penna visionaria di Ryukishi07, proponendo un horror psicologico glocal (globale nei temi, locale nei colori) capace di parlare tanto ai fan della serie quanto agli appassionati di narrativa horror giapponese. Come ha spiegato il compositore Akira Yamaoka, pur spostando l’azione in Giappone il team ha lavorato per fondere l’identità locale con l’inconfondibile atmosfera di Silent Hill: la cultura nipponica è stata “sublimata in finzione” per armonizzarsi con la visione unica della serie.

Un esempio è la colonna sonora: include antiche sonorità di corte giapponesi mescolate con echi ambient tipici di Silent Hill, creando un mondo sonoro unsettling yet beautiful (sconvolgente e al contempo bello) ispirato ai rituali nei santuari – l’Otherworld del gioco viene persino chiamato “Santuario Oscuro” dagli autori

Silent Hill F

Nel trailer di Silent Hill f, la giovane Hinako si ritrova braccata tra i vicoli bui di Ebisugaoka. La cura per i dettagli dell’ambientazione (una cittadina giapponese rurale degli anni ’60) e la presenza costante della nebbia richiamano l’atmosfera classica della serie, pur immergendoci in un contesto culturale completamente nuovo. (Image credit: Silent hill F)

Contesto produttivo e aggiornamenti recenti

Silent Hill f nasce come un progetto di grande rilievo nel piano di Konami per rilanciare la serie. A differenza dei capitoli precedenti ambientati nell’iconica cittadina americana di Silent Hill, SH f è concepito come uno spin-off autonomo ambientato lontano (in Giappone) e scollegato dalla lore principale, così da offrire un punto d’ingresso fresco per nuovi giocatori mantenendo però easter egg e riferimenti apprezzabili dai fan storici.

Il gioco è sviluppato dallo studio di Taiwan NeoBards Entertainment (già noto per collaborazioni su remake e spin-off di Resident Evil), sotto la supervisione di Konami. Alla guida come produttore vi è Motoi Okamoto di Konami, mentre il team di sviluppo annovera figure chiave della scena horror giapponese contemporanea. In primis, la storia è scritta da Ryukishi07 (pseudonimo di Keiichi Tanaka), celebre autore di visual novel horror/psicologiche come Higurashi no Naku Koro ni e Umineko. Ryukishi07 ha dichiarato di aver messo tutto se stesso in questa sceneggiatura, considerandola quasi “l’ultima cosa che scriverò” per quanto impegno vi ha profuso.

Da fan di vecchia data della serie, egli si è detto entusiasta di poter esplorare “cosa sarebbe Silent Hill se fosse ambientato in un luogo un po’ diverso, come il Giappone”. Al character design e creature design troviamo l’artista kera, noto per il suo stile che mescola moda gotica e macabro: kera ha dovuto raccogliere la sfida di concepire mostri nuovi che fossero in linea con la tradizione di Silent Hill ma al contempo impregnati di estetica giapponese, evitando di ripetere i classici “ruggine e carne” dei vecchi giochi. Il comparto sonoro vede invece il gradito ritorno di Akira Yamaoka, compositore storico di Silent Hill, affiancato dal collega Kensuke Inage (e con contributi aggiuntivi di dai e xaki).

Yamaoka ha spiegato di essersi concentrato nel fondere il DNA sonoro di Silent Hill con strumenti e motivi della tradizione giapponese, per dare vita a un’esperienza musicale “che richiama il passato ma si adatta completamente a questa nuova ambientazione”. Inage, incaricato in particolare delle musiche dell’Otherworld (definito “Dark Shrine”), ha rivelato di aver composto brani che uniscono la gagaku (musica di corte imperiale) ad echi ambient moderni, il tutto per riflettere l’angoscia, il conflitto interiore e la follia che divorano la protagonista.

Questo mix di talenti nuovi e veterani conferisce al progetto credibilità e ambizione: Konami stessa lo definisce un “capitolo nuovo e rivoluzionario” per il franchise, una sorta di “reset” che però conserva il cuore dell’horror psicologico.

I preordini sono già aperti e Konami ha svelato le edizioni disponibili: una Standard Edition (fisica e digitale) e una Deluxe Edition digitale. La Deluxe include, oltre al gioco completo, un mini-artbook digitale, la colonna sonora selezionata e alcuni bonus estetici ispirati all’ambientazione, ad esempio un costume “Pink Rabbit” (un coniglio rosa che ricorda il mascot macabro apparso nei vecchi SH, come Robbie il Coniglio), un’uniforme scolastica bianca anni ’60 e un Omamori Peonia (amuletino portafortuna) da equipaggiare in-game. Chi prenota il gioco riceverà alcuni di questi bonus e un Pacchetto di oggetti curativi (Abura-age avvizzito, Acqua divina, Kit di primo soccorso) utilizzabili nel gioco.È previsto inoltre un accesso anticipato di 48 ore per i possessori della Deluxe Edition digitale, a conferma della volontà di Konami di spingere sul preorder e premiare i fan più accaniti.

Sul fronte dello sviluppo, non risultano al momento ritardi o cambi di direzione: la data di settembre 2025 appare concreta e il gioco dovrebbe entrare in fase gold nei prossimi mesi. Okamoto ha affermato che ulteriori dettagli saranno rivelati presto, e data l’importanza del mercato giapponese nell’economia del titolo, è possibile che vedremo nuove informazioni magari durante il Tokyo Game Show 2025 o eventi estivi dedicati. In generale, la comunicazione ufficiale insiste sul concetto guida “Find the beauty in terror”, trovare la bellezza nel terrore, che ha plasmato lo sviluppo di Silent Hill f. Questo motto riassume l’intera filosofia del progetto: dagli scenari anni ’60 ricreati con cura estetica e poi corrotti dall’orrore, al design audio-visivo che contrappone melodie eleganti a rumori stridenti, fino alla trama che con tutta probabilità intreccerà momenti di struggente bellezza (amicizia, ricordi d’infanzia di Hinako) a scene di crudele violenza e follia.

Non a caso, Silent Hill f sarà il primo gioco della serie a ricevere un rating “18+” in Giappone (CERO Z), indice del fatto che i temi maturi e le scene forti non saranno censurate. Konami e il team sembrano decisi a non edulcorare l’esperienza, volendo offrire un horror senza compromessi sia sul piano psicologico sia su quello gore.

Nato nel 1995 e cresciuto da due genitori nerd, non poteva che essere orientato fin dalla tenera età verso un mondo fatto di videogiochi e nuove tecnologie. Fin da piccolo ha sempre esplorato computer e gadget di ogni tipo, facendo crescere insieme a lui le sue passioni. Dopo aver completato gli studi, ha lavorato con diverse realtà editoriali, cercando sempre di trasmettere qualcosa in più oltre alla semplice informazione. Amante del cioccolato fondente, continua a esplorare nuove frontiere digitali, mantenendo sempre viva la sua curiosità e la sua dedizione al settore.